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03/02/20 LE STREGHE DI LENZAVACCHE | Conegliano (TV)

LE STREGHE DI LENZAVACCHE

Reading recitato in forma scenica “Le Streghe di Lenzavacche” tratto dal romanzo di Simona Lo Iacono che è stato finalista al Premio Strega 2016, chiedendovi una particolare attenzione per la programmazione dei prossimi eventi.

La riduzione che viene messa in scena da Simone Carnielli, Marika Zanchetta e Paolo Perin, evidenzia i personaggi ed i temi principali che con grande semplicità ed efficacia il racconto presenta:

  • L’emarginazione della donna che fa una scelta di vita non ordinaria ed ha interessi non convenzionali quali per esempio la letteratura. Lo stigma sociale che nel 1600 la marchiava come strega, conducendola a morte violenta e negli anni ’30, sotto il fascismo, la isolava e la rendeva vittima dei pettegolezzi e dell’ignoranza dei compaesani.
  • La madre, voce narrante, che ha conosciuto l’amore unico e totale, sottrattole troppo presto, ma che ancora vive e le dà forza, fede e coraggio.
  • Un figlio imperfetto, eppure sereno e felice, accolto ed amato da una madre affettuosa e una nonna che trama e si fa garante di un passato che è sapienza e tradizione. Un bambino che, nonostante la disabilità, vuole andare a scuola e conquistare lo spazio di autonomia e determinazione che gli riuscirà di realizzare con le proprie risorse e il sostegno di persone illuminate.
  • Un maestro che non si rassegna alla chiusura e all’ottusità di un regime che assoggetta la scuola ad esigenze di ordine, disciplina e perfezione, che esclude i deboli, gli originali, i diversi. Che tarpa le ali alla fantasia e alla libertà. Cioè alla vita. Un maestro che ama le storie, che narra, interpreta e si sporca le mani.
  • Un farmacista, figura indimenticabile ed efficace di uomo libero e libertino, ma dal cuore grande e lungimirante, che con affettuosa durezza offrirà a quella strana famiglia composta da due sole donne e da quell’unico figlio, la figura maschile e paterna che le manca.

Ne risulta un racconto emozionante e commovente, che apre alla speranza e rigenera fiducia nella vita; integrato e valorizzato da canzoni originali appositamente composte da Paolo Perin che accompagnano lo spettatore in un’atmosfera magica e avvolgente.

Le streghe di Lenzavacche vennero chiamate nel 1600 in Sicilia un gruppo di mogli abbandonate, spose gravide, figlie reiette o semplicemente sfuggite a situazioni di emarginazione, che si riunirono in una casa ai margini dell’abitato e iniziarono a condividere una vera esperienza comunitaria e anche letteraria. Furono però fraintese, bollate come folli, viste come corruttrici e istigatrici del demonio. Secoli dopo, durante il fascismo, una strana famiglia composta dal piccolo Felice, sua madre Rosalba e la nonna Tilde rivendica una misteriosa discendenza da quelle streghe perseguitate.

Assieme al giovane maestro Mancuso si batteranno contro l’oscurantismo fascista per far valere i diritti di Felice, bambino sfortunato e vivacissimo.

Lo spettacolo Le Streghe di Lenzavacche si presta benissimo per celebrare quest’anno i 30 ANNI della CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ ADOLESCENZA (20 novembre 1989).

I principi fondamentali dei diritti dell’infanzia sono quattro:

  • Non discriminazione (art. 2): i diritti sanciti dalla Convenzione devono essere garantiti a tutti i minori, senza distinzione di razza, sesso, lingua, religione, opinione del bambino/adolescente o dei genitori.
  • Superiore interesse (art. 3): in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l’interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità.
  • Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art. 6): gli Stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra Stati.
  • Ascolto delle opinioni del minore (art. 12): prevede il diritto dei bambini ad essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano, e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenerne in adeguata considerazione le opinioni.

La storia del piccolo Felice e le vicende parallele degli scolari del maestro Mancuso, riempiono di significato e vitalità ognuno dei punti sopracitati.

In un’epoca molto precedente a quella della convenzione, il ventennio fascista, in cui i valori imposti alla società e alla scuola erano tutt’altri, gli adulti liberi e attenti ai soggetti più deboli, erano stelle luminose sempre minacciate dalle tenebre imperanti. Esempi e luci per gli adulti di ogni tempo.

 

CURRICULUM ARTISTI:

MARIKA ZANCHETTA

Educatrice professionale, ha fatto della passione per i libri e la lettura uno strumento educativo, ludico e di impegno sociale. Prima di occuparsi di disabilità, ha seguito progetti di cooperazione internazionale, affrontando questioni legate ai diritti umani, alla cittadinanza responsabile, all’ambiente e all’intercultura. Ha progettato e realizzato per le Associazioni Armadillo e Der Stazione in des Mundo onlus di Conegliano, laboratori per le scuole, eventi formativi e il progetto “bibliotequa”, approfondendo la conoscenza della letteratura africana e la nuova letteratura in italiano. Ha sperimentato il teatro in gioventù con Alberto De Bastiani e Livio Vianello, dal 2010 ha frequentato laboratori teatrali e di lettura ad alta voce cimentandosi con i bambini prima e gli adulti negli ultimi anni. Nel 2010, “La narrazione di sé e la forza della diversità” con Alessandro Ghebreigziabiher. Nel 2013, “Ad alta voce” con Pino Costalunga. Nel 2014, “La voce del corpo, il corpo della voce” con Vasco Mirandola. Nel 2015, “Corso di lettura seduttiva” di Giovanni Betto, dal quale è nato il “grupposemiseriodistoriemiste” con il quale da due anni realizza reading a tema.

SIMONE CARNIELLI

Attore, ha iniziato il suo percorso artistico nel Collettivo di Ricerca Teatrale di Vittorio Veneto, col quale tutt’oggi collabora. Ha scandagliato molteplici linguaggi teatrali, sia di matrice sperimentale, sia nel mondo del teatro ragazzi, coi quali lavora assiduamente quale formatore teatrale. Tiene costantemente laboratori e corsi nelle scuole e ha in repertorio spettacoli e letture per ragazzi e bambini.

Ha affinato le proprie competenze con la frequentazione di numerosi laboratori, fra i quali citiamo quelli tenuti dalla Scuola Sperimentale dell’Attore di Pordenone, da Manonuda Teatro di Padova, da Antonio Catalano del Magopovero di Asti, dagli argentini Norberto Presta e Cesar Brie, del Teatro de los Andes.

Appassionato di fumetti e di un approccio quasi “manuale” all’attività artistica, ama definirsi un “artigiano del teatro.

Nel 2010 è cofondatore di Effetti Personali, con cui ha debuttato nell’allestimento di “un principe, una volpe, una rosa”, liberamente ispirato a “Il piccolo principe” di Antoine de Saint-Exupéry.

PAOLO PERIN

Cantautore, dal 1995 al 2000 suona l’armonica con il gruppo Paludi Magiche. Dal 2000 è una delle quattro colonne portanti dei Lunatici, gruppo swingante protagonista di concerti ed eventi culturali come la famigerata festa di Alovin!

Nel 2015 nascono i Calzini Clandestini (Paolo Perin, Nicola De Pellegrin, Paolo Callegaro, Mattia Magatelli) gruppo che suona le canzoni scritte da Paolo Perin.

Nel 2009 inizia le sue incursioni nel teatro. Scrive delle canzoni originali che vanno ad integrare ed ampliare la storia raccontata dagli attori.

Con Giovanni Betto, attore coneglianese, mette in scena “la Notte”, “L’ammmore”, “Rigore è quando arbitro fischia”, “La Crisi”, “Reading Buffet” e “Libera nos a Malo” (con Marina De Carli).

Con l’attore Franziskus Vendrame, rappresenta i reading “Vita e morte della montagna”, “Cartongesso” e gli spettacoli di varietà “Piripipì piripipà” e “Aven Tori”.

Con il gruppo teatrale “Effetti personali” (Simone Carnielli e Marina De Carli) partecipa allo spettacolo “La Gigia” in veste di chitarrista. Con Simone Carnielli mette in scena lo spettacolo “Storie Paurosissime”.

Con Simone Carnielli e Marica Zanchetta, realizza lo spettacolo “Le streghe di Lenzavacche”.

In veste di armonicista partecipa allo spettacolo del Teatro dei pazzi (con gli attori Giovanni Giusto e Bruno Lovadina e i musicisti Filippo Tantino e Alejandro Vaillant) “Disertori”.

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Mi dedico alla diffusione della musica e del teatro attraverso la distribuzione di spettacoli, letture, concerti, e l’organizzazione di festival e rassegne.

Sono convinta che il teatro e la musica debbano invadere lo spazio, non solo quello scenico.

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