GINETTACCIO
Giovanni Betto e Paolo Perin
c/o Aula Magna del Seminario Vescovile di Vittorio Veneto
INGRESSO: 10 euro adulti – 5 euro ragazzi fino ai 13 anni.
PREVENDITA: Edicola Grillo, Via Caronelli, 5 Colle Umberto
PRENOTAZIONI: 333/9541029
Il ricavato sarà devoluto alla scuola dell’infanzia SINITE PARVULOS di Colle Umberto
In “Ginettaccio”, spettacolo scritto a quattro mani da Paolo Perin e Giovanni Betto, si vuole raccontare come nei momenti più bui della storia, anche se fievole, rimane accesa la fiammella della compassione umana grazie a donne e uomini giusti.
Partendo dal racconto dell’infanzia e dell’ascesa sportiva di Gino Bartali si arriva a raccontare la storia (sconosciuta fino alla sua morte) del suo straordinario e silenzioso lavoro, speso per salvare la vita di centinaia di ebrei.
In Ginettaccio la straordinaria storia del ciclista toscano, viene recitata e cantata con tinte leggere e poetiche, intrecciando vicende sportive e umane e raccontando il complesso contesto storico degli anni quaranta del secolo scorso. Viene raccontata la sua straordinaria storia non tanto mettendolo in scena in prima persona, ma raccontandola attraverso la voce di Giorgio Goldenberg, ebreo, che durante la guerra era ancora un ragazzino e se ne stava nascosto nella cantina di una delle case di Gino Bartali, insieme ai genitori e alla sorella più piccola.
Commento dell’ex campione del mondo di ciclismo Maurizio Fondriest:
È stato un piacere essere presente alla vostra serata. Mi è piaciuta moltissimo, nonostante conoscessi già la storia di Bartali lo spettacolo ha suscitato il mio interesse e quello del pubblico in sala. Siete riusciti a raccontare le sue gesta sia sportive ma soprattutto quelle umane in maniera forte e coinvolgente. Grazie anche a compagnie teatrali come la vostra, mi auspico che venga divulgato sempre più questo lato della vita del Ginettaccio che in pochi conoscono.
La parola agli autori:
Giovanni Betto
“Da 9 anni portiamo in giro “La notte” di Elie Wiesel, ma sia io, sia Paolo, stavolta volevamo fare una svolta di 180 gradi: non più parlare del male, bensì volgersi al bene. Nella convinzione che volgere lo sguardo al bene sia più fecondo che concentrarsi sul male. E allora abbiamo cercato una storia, forte, che andasse in quella direzione. E abbiamo incontrato Gino. Durante gli anni del secondo conflitto mondiale il regime fascista inizia la persecuzione nei confronti degli ebrei italiani e porta l’Italia intera nel buio più nero della guerra. Donne e uomini giusti, tra i quali Gino Bartali tennero viva la compassione umana e in svariati modi traghettarono il paese intero verso un nuovo e lungo periodo di pace.”
Paolo Perin
“Dopo anni di spettacolo che parla dell’orrore dei campi di concentramento volevamo affrontare la stessa questione però da un lato diverso, da un lato che mettesse in evidenza la corresponsabilità in tutta questa vicenda del popolo italiano e anche che la analizzasse un po’ dalla parte di coloro che hanno tenuto la speranza accesa: la speranza che si poteva ripartire in un modo diverso per un periodo di pace. E Bartali è stato uno di questi. Noi pensiamo sia un messaggio che valga anche per adesso che siamo in un periodo un po’ conflittuale, c’è bisogno di gente che non si schieri con le bandiere ma che abbia sempre al centro la compassione tra gli uomini.”