La mente è una brutta bestia. Ha sempre fame, vuole sempre cibo, è tirannica, e noi non manchiamo mai di alimentarla, con le nostre convenzioni, con le nostre ideologie, con le nostre opinioni.
Ma la mente è anche una creazione formidabile, capace di cose strabilianti.
Una di queste è legata alla parola, alle parole. E chi le sa usare bene, senza inganno, ha certamente una marcia in più nella commedia della vita.
Come Achille Campanile: un giornalista, uno sceneggiatore, un autore teatrale, ma soprattutto uno dei più fini e sagaci umoristi che noi possiamo ricordare.
Campanile ci sapeva fare con le parole, alla grande.
E ci giocava. Gli piaceva proprio giocarci. Perché si divertiva. Ci divertiva.
A noi, che piace tanto giocare, piace anche Achille Campanile.
Testi
- La quercia del Tasso
- Un commercio ideale
- Il bicchiere infrangibile
- Teppista del telefono
- L’amnesia del celebre Gambardella
- Padre ignoto
- Asparagi e immortalità dell’anima
- Galileo
- Paganini non ripete
- Il tacchino di Natale