Diventare madri e padri rientra nel naturale gioco della vita di qualunque essere vivente. Ma diventare nonni è una condizione tipicamente umana. Certo, se un ippopotamo ne genera un altro, e questo un altro ancora, potremmo forse dire che il primo è il nonno dell’ultimo. Ma sarebbe una forzatura: in natura, nessun “nonno” ippopotamo intrattiene rapporti col “nipote” ippopotamo.
Noi umani invece sì. Anzi, a volte questi rapporti travalicano i limiti della natura e pure della decenza. A volte diventano una specie di malattia da cui non si vuol guarire, altre ti trasformano così tanto la vita che il tempo che passa è solo un’opinione di gente senza fantasia.
Ecco allora che si possono incontrare nonni che si accendono come un televisore, ma che se si rompono vanno riparati, nonni che odiano la tecnologia, ma che per amore di un nipotino possono ingaggiare battaglie videoludiche, nonni che hanno dimenticato come si fa a ballare, ma basta il primo passo e nonni che pare che il nipote ce l’abbiano solo loro.
Teneri, divertenti, impertinenti, adorabili nonni.
Alcuni racconti tra cui:
- “La riparazione del nonno”, di Stefano Benni
- “Come Amedeo combatté contro il Booz”, di Stefano Benni
- “Tu sei un ballerino”, da “Di tutte le ricchezze”, di Stefano Benni
- “Nipotini”, di Eraldo Baldini
- “Mio zio Checco”, da “Libera nos a Malo”, di Luigi Meneghello
E forse altro…