Le Città Invisibili
Simone CIMO Nogarin
Quest’anno ricorrono i 700 anni dalla morte di Marco Polo, avvenuta nel 1324.
Questo spettacolo ci accompagna nelle “Le Città Invisibili” di Italo Calvino dove si intrecciano leggerezza e gravità, sogni e paure, memoria e segni, dove architetture futuristiche sostengono la fragilità dell’uomo e gli uomini vivono nell’incompiutezza tra bene e male, o sopraffatti da regole sfuggenti e obbligate.
In questo spettacolo, l’espressione artistica di Simone CIMO Nogarin avvolge lo spettatore, lo prende per mano e con la sua capacità interpretativa gli racconterà di posti lontani, proprio come Marco Polo per il Kublai Khan.
Con le note della sua chitarra, la sua voce, i colori e le sfumature delle parole il cantautore porterà gli ascoltatori a conoscere le “sue” Città Invisibili… affinché diventino le “loro” Città Invisibili.
Un impero vasto e sconfinato, un impero che volge al termine: il Kublai Khan vuole sapere delle sue città, per poter arrivare dove il suo corpo non può giungere, perché ora il viaggio non rappresenta più, per lui, la conquista di nuove terre, ma nuovi occhi con cui guardarle.
«Anche le città credono d’essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura. D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.» (Marco Polo)
Kublai: «…qual è la pietra che sostiene il ponte?»
Marco: «Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, ma dalla linea dell’arco che esse formano.»
Kublai: «Perché mi parli delle pietre? È solo dell’arco che m’importa.»
Marco: «Senza pietre non c’è arco»